Per comprendere la situazione e le possibili evoluzioni del commercio elettronico nel nostro Paese, non possiamo evitare di partire dall’estero, dove tale sistema e ben più collaudato. Negli Stati Uniti, infatti, le dimensioni del commercio elettronico sono particolarmente significative ed alcune realtà, fra cui le appena discusse Amazon e eBay, sono emblematiche storie di successo ormai note in tutto il mondo.

Le statistiche ci indicano un fenomeno stabile, oltre il 60% dei navigatori abituali del web hanno almeno una volta effettuato un acquisto on-line. Le proporzioni di questo scenario si comprendono meglio se si considera che negli USA vi sono oltre sei milioni di famiglie collegate ad Internet e 200 milioni di collegamenti individuali.[1]
Anche in Europa vi sono ottimi propositi. La Gran Bretagna infatti è in corsa per conquistare la leadership del commercio elettronico europeo, e in questa direzione si è mossa già da qualche anno la politica inglese facendo stanziare 14 milioni di Euro per vincere questa sfida e portando in rete oltre un milione di piccole e medie aziende già nel 2002, in concomitanza con l’entrata ufficiale dell’euro.

Per fare un paragone con l’appena citata Gran Bretagna, il valore assoluto dell’e-commerce in Italia è appena decimo di quello inglese. I motivi per cui ancora tanta gente non ha fiducia nella sicurezza dei sistemi sono svariati, risiedono per lo più in convinzioni radicate nella cultura degli italiani i quali tendono a preferire l’acquisto face to face per “toccare con mano” quanto acquistato rimanendo aggrappati al metodo tradizionale, vi sono poi coloro che non posseggono carte di credito o pre-pagate e chi invece non è a conoscenza di come si debba fare. Esiste però una porzione consistente di utenti che non hanno mai acquistato su internet perchè bloccati da altre preoccupazioni: che gli oggetti non posseggano le caratteristiche dichiarate dai venditori, che subiscano danni durante il trasporto ma, soprattutto, che i dati della propria carta di credito possano essere clonati, rubati e, di conseguenza, il proprio conto in banca prosciugato in un batter d’occhio.

L’utilizzo della carta di credito aumenta di anno in anno, dal 2003 al 2006 è cresciuto esponenzialmente l’utilizzo, da un milione di carte attive a circa il doppio. Gli utenti preferiscono le carte pre-pagate (fra le più note Postepay erogata da Poste Italiane) poiché si sentono rassicurati dalla possibilità di effettuare movimenti di piccole somme di denaro senza temere di trovarsi un giorno sorpresi nel confutare che il proprio denaro è stato trasferito in chissà quale altro paese del mondo da chissà chi. La carta pre-pagata risulta uno strumento che consente di controllare agevolmente le spese effettuate con l’opportunità di ricaricare senza sostenere costi ulteriori rispetto a quelli previsti dal mero acquisto.

La conoscenza dell’e-payment si è negli ultimi anni diffuso in Italia ad opera di Paypal[2], nato negli USA alla fine degli anni ’90, ma deve la sua diffusione sul nostro territorio grazie al successo di e-bay.

Il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano[3] aveva previsto che, rispetto al 2006 l’e-commerce avrebbe avuto una crescita del 30%, tuttavia, dai dati rilevati dalle indagini ISTAT gran parte della popolazione circa il 72% (tabella 1) risulta che non ha mai effettuato acquisti su internet pur utilizzando la rete per navigare.

Analizzando le percentuali di crescita dell’e-commerce italiano, i settori di maggiore sviluppo sono il turismo (circa il 50%), l’informatica e l’elettronica e le assicurazioni (grafico 1).

Tra gli elementi positivi è da segnalare il resoconto dell’e-commerce italiano nel 2007 che ha superato i 5 miliardi di euro di fatturato, il che segna una significativa crescita rispetto al 2006 (circa del 30%) e, cosa più interessante, è che questa crescita è superiore a quella media europea e americana.

Purtroppo però la penetrazione dell’e-commerce nel mercato italiano non è ancora ai livelli degli altri paesi europei[4].

tabella-1-uso-di-internet

Tabella 1. La vita quotidiana nel 2006Indagine multiscopio annuale sulle famiglie

Fonte: ISTAT

 

grafico-1-ecommerce-in.italiaGrafico 1. L’e-commerce in Italia

Fonte: Netcomm LabItalia da uno studio del Politecnico di Milano

 

Le buone notizie comunque non mancano un po’ su tutti i fattori tipicamente di resistenza: le previsioni ci dicono che sul fronte della sicurezza, ad esempio, le frodi online diminuiranno allo 0,2% del fatturato complessivo, l’utilizzo della carta di credito sarà esteso, e già copre il 70% degli acquisti in rete, inoltre la paura di vedersi sottratti i dati è venuta meno per 2 italiani su 3. Questi segnali positivi, insieme ad una adeguata politica di informazione e investimento economico ed infrastrutturale potranno nei prossimi anni ridurre il ritardo del nostro paese nei confronti dei maggiori competitori e portarci ad occupare il posto che il commercio dei nostri prodotti merita.

[1] http://www.prometheo.it – Il commercio elettronico
[2] Paypal, sistema di micropagamento utilizzato nell’e-commerce,consente ai possessori di una casella e-mail, registrandosi, di effettuare pagamenti ma anche di trasferire somme di denaro per via telematica.
[3] Netcomm – Consorzio del Commercio Elettronico Italiano
[4]Netcomm LabItalia – Il web-consumatore italiano? Non rischia . Fonte dati: Politecnico di Milano.

Leggere con attenzioneQuesto articolo è un estratto della mia tesi di laurea “e-commerce e internet marketing nel web 2.0″ discussa nel 2008.
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